Milano tra sneakers e nuvole

bellissima Milano

La mia primavera è per esplorare. Osservare, viaggiare, imparare, farsi sommergere dagli stimoli e vivere diversamente. Un anno il nuoto della sporting family, l’anno successivo il viaggio più intenso della mia vita, in Messico, lo scorso l’immersione nella neve delle cime con lo sci alpinismo.

Quest’anno è la volta di Milano. E…non l’avrei mai immaginato. Mi sa che mi sono innamorata della città sbagliata. In realtà, non che ci sia qualcosa di sbagliato, ma nel senso che non me lo sarei mai aspettata. Milano. Nel mio immaginario era una ricca città del nord, snob, grigia e umida. Ma si è rivelata totalmente diversa. Milano con la sua ricchezza di particolari, con il suo underground di attività culturali, con la sua multiculturalità. Milano viva, colorata, multiforme. Ma anche frenetica, impazzita, con quella sua isterica bulimia di nuove opportunità e prospettive, ti ingloba voracemente per poi risputarti fuori: un giorno sei un dio e il giorno successivo il più povero dei barboni.

Milano in sneakers. Perché il mio mezzo di trasporto preferito sono stati i miei piedi. La prima settimana numerose vesciche mi hanno costretta a continui pediluvi, ma la seconda avevo già supercompensato, guadagnando il primo pass per la vita cittadina. Ho scelto la via della passeggiata per fare conoscenza con i nomi delle strade, per fare mie le scorciatoie e per decidere di allungare il percorso con il solo scopo di godere della bellezza della facciata di una chiesa. Mi sono spostata pochissimo in metro, che trovo impersonale e asettica, mentre a piedi la città ricompensava il mio impegno regalandomi scorci di una bellezza inaudita. I momenti della città che preferisco sono quelli agli antipodi: la mattina e la sera. Uscire la mattina e raggiungere l’ufficio di Junglam a piedi. A quell’ora la città parla piano, sottovoce. È come ci fosse ancora una sottile coperta di nebbia, retaggio delle ore notturne, che si alza lentamente, risvegliando rumori e odori. L’aria profuma di nuovo inizio. E rientrare a casa la sera tardi ha un fascino a cui non si può rimanere indifferenti. Le strade semideserte, il silenzio rotto dal rumore di una bici che sopraggiunge, sobbalzando sul ciottolato. Fare il giro largo per non svegliare i barboni che dormono raggomitolati contro un muro, e camminare senza fare rumore, per confondermi tra le ombre della notte. Tutto si spegne, si rifugia nel silenzio dopo la frenesia di colori e suoni del giorno. Eppure in quella calma, tra quel ciottolato, puoi raccogliere i semi di una nuova mattina.

Milano tra sneakers e nuvole. Non le nuvole del cielo, bensì quelle ancora più inafferrabili eppure ormai così tangibili nelle nostra vite. Le nuvole del digitale, questo mondo con poche regole e molte opportunità; proprio per questo volubile e capriccioso. Facendo il mio ingresso nell’ufficio di Junglam, sono stata iniziata al digitale attraverso piccoli compiti, riunioni, consigli, oltre che spunti e stimoli che ho assorbito come una spugna. Dietro a queste nuvole persone reali, un manipolo di donne coraggiose e indaffarate che sono l’anima di Junglam. Persone che ringrazio per avermi accolta, resa partecipe fin dal primo istante e per avermi regalato questa esperienza!

 

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