Una grande opportunità

virginiademartin

Ancora non ho realizzato cosa stia realmente succedendo, ma sicuramente il tempo trascorso dalle ultime gare stagionali mi ha permesso di fare qualche riflessione sulla mia scelta: non un doloroso addio, ma una grande opportunità per reinventare me stessa.

Ebbene sì, il momento è arrivato anche per me. Il momento di dire addio alle competizioni a livello ufficiale, di dire addio alla vita da atleta e alle sue montagne russe. Questo momento che per anni sembrava la cosa più lontana che ci potesse essere, all’improvviso è qui. E, come i grandi cambiamenti devono essere, è accompagnato da un indescrivibile mix di emozioni. Eccitazione, gioia, insicurezza, un briciolo di tristezza, entusiasmo, gratitudine…tutto si fonde insieme per formare qualcosa di unico. Ma, i sentimenti preponderanti sono sicuramente la convinzione e la fiducia nella mia scelta, che mi infondono una sensazione di profonda pace. Credo sia stato proprio questo a permettermi di vivere questo passaggio con tanta naturalezza e con la volontà di godermi ogni momento al meglio.

Ciò non significa che sia stata una scelta facile e indolore. È costata giorni e mesi spesi a soppesare le opzioni, i pro e contro, le possibili soluzioni, seguite da innumerevoli ripensamenti. E dubbi. E notti insonni. Sarà la scelta giusta? E se poi me ne pentissi? Si sa, lo sport ad alti livelli è un treno che, nella stra grande maggioranza dei casi, passa una volta sola. E se mi stessi lasciando sfuggire un’opportunità? E, come spesso mi accade, proprio in questo clima di estrema fragilità, trovo le risorse per agire con coraggio e determinazione. Prima di prendere questa decisione ho valutato attentamente ognuno di questi dubbi, perché, la cosa che mai vorrei ritrovarmi a fare, è guardarmi indietro con la sensazione di aver sprecato un’occasione. E l’ho fatto ponendomi ulteriori domande (una strategia che mi aiuta spesso!).

Perché voglio mettere fine alla mia carriera? Prima di tutto perché non sono più in grado di esprimermi ai livelli di Coppa del Mondo. Per me è sempre stato di gran lunga più stimolante misurarmi nel massimo circuito, ma per farlo è necessario potersi esprimere ad un certo livello, sia per qualificarsi, sia per “godersi” le gare di Coppa. E, in particolare nell’ultima stagione, sono stata sempre molto distante da quel livello.

E perché non sono più in grado di arrivare lì? Sicuramente a livello fisico non sono al top, ma soprattutto è una questione di motivazione. Durante la mia carriera, innumerevoli volte ho sentito “il lavoro prima o poi paga”. Secondo me non è così. O meglio, non completamente. Tutto gli atleti di un certo livello, soprattutto se professionisti, si allenano. E non poco: tutti fanno volumi di allenamento da capogiro, si spaccano in palestra e crollano dalla fatica alla fine della sessione di ripetute. Ma la determinante non sono le ore di allenamento, la percentuale di medio o di veloce sul totale o i chili che riuscirai a caricare in panca piana; questi aspetti vanno considerati come la base da cui partire. 

Ciò che fa la differenza è come farai quelle ore di allenamento, l’atteggiamento con cui affronterai le sfide, quanto avrai voglia di rischiare e se manterrai salda la fiducia in te stesso anche dopo la peggiore delle sconfitte. E quanto forte sarà la tua motivazione nel raggiungere gli obiettivi che ti sarai posto. Questa sarà il fuoco che ti porterà a spingere sempre un po’ più in là i tuoi limiti, che ti farà affrontare i momenti difficili come opportunità. La motivazione sarà ciò che renderà veramente efficaci tutte quelle ore di allenamento. E la motivazione sarà a sua volta alimentata dalla passione per ciò che stai facendo, dal sogno che vuoi realizzare e dagli obiettivi che ti sei posto.

E, infatti, il mio sogno e, di conseguenza, i miei obiettivi sono cambiati. Lo sport sarà sempre parte integrante della mia vita e, mi auguro, del mio lavoro, ma la mia meta è ora diversa dal raggiungimento di risultati come atleta. Perciò la mia scelta è dettata anche dalle alternative, dalla possibilità di scegliere una strada diversa da quella percorsa finora. Ho sempre avuto la ferma convinzione che la carriera da atleta sarebbe stata un capitolo della mia vita. Sicuramente eccezionale, ricco di emozioni e che influenzerà il proseguo, ma non l’unico. E sono altrettanto convinta che le prossime avventure non saranno meno belle: vivo questo momento come una grande opportunità e con la consapevolezza che poche carriere permettono questa possibilità di reinventarsi. Come ha detto Niccolò Campriani:

“ As an athlete, you really do get to live twice.”

Prima di salire sul prossimo treno, voglio esprimere un sincero ringraziamento verso tutte le persone che sono state parte di questo eccezionale viaggio. Quelle che mi sono sempre state accanto e mi hanno sostenuta, ma anche le persone che mi hanno reso le cose difficili o non hanno creduto in me, perché mi hanno stimolata a tirare fuori ulteriori risorse. Senza di loro niente di tutto questo sarebbe stato possibile e, soprattutto, non avrebbe avuto alcun senso di essere. La lista sarebbe davvero troppo lunga e tediosa, con l’ulteriore rischio di dimenticare qualcuno, ma sono certa che ognuna di queste persone senta la mia gratitudine.

 

 

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