un’altra stagione: tra senso e insegnamento

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La 30 km di chiusura dei campionati italiani di fine stagione scandisce il ritmo annuale della mia vita, molto più di quanto non faccia il calendario. Ancora una volta, è tempo di considerazioni e di bilanci. E non solo di bilanci riguardo ai risultati, quelli sono solo la punta dell’iceberg. Una stagione comprende tutto quel “dietro le quinte” che non si vede: mesi di allenamenti e preparazione, vita di squadra e privata, rapporti interpersonali, tutto quello che accade al di fuori dell’ambiente sportivo.

Non è stata la stagione che mi aspettavo, ma la reputo comunque positiva: ho ritrovato un certo equilibrio, una regolarità, soprattutto per quanto riguarda l’approccio alle competizioni e la gestione delle sfide. I risultanti non sono stati eclatanti, ma ho raccolto quelli nel complesso migliori ai mondiali di Falun, l’appuntamento più importante della stagione. Ho avuto la possibilità di dedicarmi maggiormente ad una mia grande passione, la scrittura e le ho, forse, trovato uno spazio nella mia vita attraverso diverse collaborazioni. Ho potuto portare sul mio copricapo un nuovo sponsor, BePink, grazie al quale persone speciali sono entrate a far parte della mia vita.
Ho, ancora una volta, imparato tantissimo, soprattutto su me stessa. Sono cambiata, mi sono arrabbiata, ho riso tanto e qualche volta pianto. Ho conosciuto nuove persone, luoghi mai visti, ho fatto nuove esperienze. Ho sofferto e mi sono rialzata, mi sono entusiasmata, ci ho messo tutta me stessa. Più di tutto, nella gioia e nella fatica, mi sono tanto divertita. Divertita perché, comunque vada, mi piace quello che faccio.

Se dovessi scegliere una parola per descrivere l’anno appena trascorso, sarebbe questa: resilienza. La resilienza è la capacità di resistere agli urti senza spezzarsi. Quindi la capacità di reagire alle difficoltà della vita , ma anche il saper cogliere, in esse, spunti di crescita personale. Si traduce nella capacità di trovare un paradigma di senso in ciò che ci accade e, per quanto riguarda la mia vita, la capacità di andare oltre ai risultati. Lo so, sembra un paradosso: faccio l’atleta e i risultati determinano il mio lavoro. Ma molto spesso si commette l’errore di identificare la persona con i risultati, mentre le due sfere sì si influenzano, ma sono ben distinte. Le sconfitte, da eventi frustranti, possono tramutarsi in preziose occasioni di sviluppo personale, se sappiamo affrontarle nel modo giusto. Allo stesso modo, una stagione agonistica non soddisfacente diviene insegnamento e spunto a migliorarsi.
Questo non significa che io mi accontenti, anzi. Ma non tutto ciò che ci accade può passare sotto il nostro controllo: trarre un senso dagli avvenimenti, a prescindere, è uno strumento di crescita personale e arricchimento del nostro percorso di vita. E c’è altro che conta?!

 

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