In questi giorni rientrano in classe milioni di studenti: è il primo giorno di scuola. Un primo giorno accompagnato dai consueti sentimenti, ma che profuma di novità grazie alla riforma “La buona scuola”. Ed anche un momento per riflettere sulle caratteristiche e sul significato del percorso scolastico.
Mi sembra ieri che anch’io rientravo puntualmente in aula. Il primo giorno di scuola. Ogni anno come fosse il primo. Lo zaino, qualche libro, ma pochi che il primo giorno non servono, lo spuntino nella tasca. Il cuore diviso tra la malinconia dell’estate finita e l’eccitazione per un nuovo inizio. E poi quei visi: quelli dei compagni un’estate più maturi…e quelli degli insegnanti sempre uguali.
Sono cresciuta in una famiglia in cui l’attività fisica ha avuto una grande importanza ed è stata una presenza costante nel quotidiano. Nonostante questo, la scuola ha sempre avuto il ruolo primario.
Fin da piccola ho seguito la tradizione della mia famiglia legata allo sci di fondo…non che in un piccolo paese di montagna ci fosse molta scelta!;) Con la pista da sci a cinque minuti a piedi da casa e la scuola vicina, per i primi anni non è stato difficile conciliare le due cose. Quando è stato il momento di scegliere l’indirizzo per le scuole superiori, mi sono orientata verso un liceo per gli sport invernali. Le persone a cui lo racconto immaginano che abbia fatto questa scelta per curare l’impegno sportivo. Ma non è proprio così: in realtà non volevo sacrificare né la parte sportiva, né tantomeno lo studio. Il liceo più vicino distava considerevolmente da casa e richiedeva diverse ore giornaliere di spostamenti in autobus: non avrei avuto la possibilità di dedicare la giusta attenzione né allo studio né allo sport. Cosa che invece mi avrebbe permesso l’orario adattato del liceo sportivo. Per tutto il periodo delle superiori, studio e sport hanno avuto la medesima importanza nella mia vita e, al momento di affrontare la maturità, non avevo ancora fatto una scelta tra i due. Nei frenetici giorni in cui affrontavo le prove d’esame, arrivava anche la convocazione in nazionale junior. Perciò mi sono data un ultimatum: se la stagione agonistica fosse andata bene avrei provato la strada dell’attività sportiva professionale, in caso contrario mi sarei iscritta all’università. La stagione andò benissimo e lo sport diventò il mio lavoro, oltre che una passione, prendendo un posto preponderante nella mia vita. Ma dopo un anno di digiuno, i libri scolastici iniziavano già a mancarmi. Così mi sono iscritta all’università di Scienze Motorie, che, un passo alla volta, sto portando avanti e della quale non saprei fare a meno.
Sport e studio sono due parti irrinunciabili nella mia vita. Nei loro caratteri fondamentali, sono molto simili e per alcuni aspetti si integrano tra loro.
Il connubio tra sport e istruzione non è solo possibile, è importante. Trovo che lo sport rivesta un ruolo fondamentale nel percorso scolastico. Sport e istruzione sono strettamente connessi e hanno una similitudine a livello di valori e sfide. Impegno, disciplina, fatica…ma anche creatività e passione. Lo sport partecipa al processo di educazione ed istruzione dei ragazzi, fornendo strumenti di gestione, oltre ad apportare benefici in termini di salute e benessere psico-fisico.
Quest’anno il primo giorno di scuola sarà del tutto particolare. Il nuovo anno scolastico prende il via con l’attuazione della riforma “La buona scuola”. Il provvedimento governativo prevede un’autonomia scolastica potenziata, un piano di assunzioni straordinario e un organico rafforzato, risorse stabili per la formazione e la valorizzazione dei docenti, nuovi investimenti su laboratori e digitale. Inoltre, un’offerta formativa più ricca e flessibile, che sarà declinata in base alle esigenze degli studenti e alla necessità di orientarli al futuro. Verrà dato più spazio a musica, arte, economia, competenze linguistiche e digitali.
Che posto è riservato alle discipline motorie? All’interno del provvedimento non è specificato e ne viene riservata la decisione alle unità scolastiche. Voglio sottolineare ancora l’importanza di una preparazione motoria di base, che possa fornire ai ragazzi opportunità di crescita, non solo fisica: conoscenza del proprio corpo, apprendimento di valori quali lealtà, integrazione, rispetto, merito, coscienza sociale, possibilità di mettersi alla prova attraverso sfide fisiche e psicologiche. Questo richiede la presenza di docenti specialisti, in particolare nella scuola primaria. E la necessità di una maggiore quantità di ore dedicate all’educazione motoria, come peraltro succede in gran parte dei paesi europei.
Inoltre, la scuola dovrebbe essere il punto di riferimento per razionalizzare e coordinare le varie attività e iniziative promosse dalle associazioni sportive extra scolastiche, allo scopo di garantire ai ragazzi una preparazione fisica il più variegata possibile e la sperimentazione di varie attività sportive.
L’augurio è che “La buona scuola” sia l’inizio di un nuovo modo di vivere il percorso scolastico, con la speranza che lo sport ne diventi presto parte integrante e fondamentale. Nel frattempo, l’emozione inconfondibile del primo giorno di scuola resterà ogni anno la stessa.