back to the roots

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L’estate è passata in fretta, se ne è andata e ha portato via con sé le lunghe giornate. A settembre ha lasciato i cieli limpidi e il bordo netto e luminoso delle montagne al tramonto, come solo l’autunno sa regalare. A me restano i ricordi di questa estate così particolare, trascorsa per sei settimane quasi di seguito via da casa e in cinque luoghi differenti, spaziando dalla Scandinavia al profondo sud dell’Italia.

È stata un’estate un po’ gipsy e, nonostante qualche volta sia stato impegnativo tornare a casa solo per un giorno, questa è la vita che ho sempre sognato. Un lavoro che mi dia la possibilità e mi porti a viaggiare, a vedere luoghi nuovi, a conoscere differenti culture. Ora, seduta a scrivere davanti alla finestra, osservo il sentiero e la natura che mi sono così familiari, e mi godo la tranquillità di essere a casa. È una tranquillità che poggia sulla sicurezza, non sulla paura di uscire. È una tranquillità che racchiude in sé colori e volti diversi, che porta l’eco di suoni lontani. È così bella perché nasce dall’andare, dalla lontananza, dall’essere sulla strada. E si riempie della gioia del ritorno.

È stata un’estate un po’ gipsy…e così è la mia vita. Vedere e vivere il mondo mi piace, ma ci sono momenti in cui sento forte il bisogno di tornare. Tornare alle origini. Alla fonte. Back to the roots.

Mi ritrovo in una camera di hotel in Russia, nella sala d’attesa di un aeroporto norvegese, in una stazione di servizio in Germania, seduta sul pulmino che corre sull’autostrada…e sogno di tornare a casa. Tra le mie montagne, nella natura, nei luoghi che mi sono familiari. Per staccare la spina, per ricaricare le energie, per perdermi tra rocce e alberi. La vita da atleta, le competizioni, i riflettori regalano forti emozioni, che spesso non sono facili da gestire. Per questo ho bisogno di tornare alle radici: in quello spazio di intimità ogni cosa trova il proprio posto.

Amo tornare tra le mie montagne, dove mi sento protetta nella solitudine. Sentirmi un puntino insignificante di fronte alla loro grandezza, e in quel modo rendermi conto della bellezza e della perfezione di tutto quello che ci circonda.

Sento il bisogno di correre nei miei boschi, dove riscopro il piacere di stare nella natura, di annullare i confini fisici e sentirmi parte integrante di essa. I miei piedi nudi spariscono nell’erba come radici, non riconosco più la differenza tra pelle e corteccia, i miei capelli si confondono nella terra, in un gioco di sovrapposizioni. Le ombre delle fronde disegnano i loro tatuaggi sul mio viso, i miei abiti sono fili d’erba e gocce di pioggia, la pelle profuma di muschio e di fiori.

Back to the roots. Qui riscopro ogni volta chi sono: qui si rinnova l’entusiasmo per riprendere la strada, qui ne esce rinvigorita la voglia di gareggiare, qui ritrovo il coraggio di guardare lontano.

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